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Solo il silenzio e la montagna

Non sono una grande camminatrice, mi scoraggio di fronte alle salite troppo erte o ai sentieri sassosi. Inoltre sono un po’ goffa e distratta, così mi capita di inciampare e cadere. Ma mi rialzo subito, perchè amo la montagna di un amore devoto e totale. Anche se non ci sono esattamente portata.

Il Cervino

La montagna che amo di più è quella della Valle D’Aosta, che ho visitato solo d’estate. La prima volta che ho visto il Cervino, 4.478 m., ho provato un colpo al cuore: è l’essenza della bellezza e dell’eleganza. Disegnato come i bambini disegnano le montagne, a triangolo, il Cervino punta verso il cielo con aria birichina e insieme terribile. Mi sono immaginata gli scalatori che l’hanno affrontato, come il mio mito Walter Bonatti. Io e mio marito, però, abbiamo sempre preso la funivia, con le bassotte in braccio avvoltolate in un paio di cappottini ciascuna perchè si arriva altissimi, sul Plateau Rosa, 3500 m, dove c’è sempre freddo e neve, anche a luglio.

Quello che si vede da lì toglie il respiro. Mi sono avventurata esitante su quella neve perfetta, alta, compatta. Che emozione! Non ho mai camminato molto, giusto un piccolo giro intorno alla stazione di arrivo della funivia e una passeggiata fino alla bandierina che indica il confine con la Svizzera. Mio marito, ex sciatore, sulla neve se la cava benissimo e ha camminato più di me. Ma non ci siamo mai fatti mancare il ristorante del rifugio, dove si mangia benissimo sulla terrazza al sole, polenta coi funghi, strudel e vino rosso.

Il Bianco

Il colpo al cuore l’ho avuto anche di fronte al massiccio del Monte Bianco, 4809 m. Immane, si alza come un muro di ghiaccio e roccia degno del Grande Inverno, ma al contempo sembra che ti abbracci e ti protegga, come un gigante a guardia della sua amata valle. Te lo trovi davanti vicinissimo, ma in realtà non lo è.

Purtroppo non ci sono mai salita con la funivia Skyway perchè non possono andarci i cani, dato che ricade nella zona di Parco Nazionale. Però ho percorso le valli che affiancano il Bianco, belle, luminose, perfette. Dalla Val Ferret siamo saliti al rifugio intitolato a Walter Bonatti, una fatica bellissima – con le bassotte spesso in braccio. Ma che batticuore vedere le attrezzature spartane di Bonatti in mostra!

Il Rosa

Una montagna che mi ha intimorito è il Monte Rosa, 4.634 metri: grandissimo, spigoloso, seducente nei riflessi di colori solo suoi. Siamo saliti (da tipici turisti) con la funivia, senza sapere che l’impianto si ferma per una pausa all’ora di pranzo. Siamo rimasti all’addiaccio, noi due e i cani, ammucchiati uno sopra all’altro, tremando dal freddo e sicuri di esser destinati a morire assiderati. Il gestore della funivia ci ha visti e si è mosso a pietà: ci ha fatti salire su una cabina e ci ha spediti giù con una corsa solo per noi, turisti romani scemi che chissà se avranno capito che con la montagna non si scherza.

Il Paradiso

La pace nel cuore me l’ha regalata il Gran Paradiso, l’altro 4000 della Valle d’Aosta, che abbraccia la valle con fascino scintillante e senso dell’infinito. Camminare nella Valnontey mi ha sempre dato la sensazione di essere immersa nella bellezza pura: un’emozione che solo la natura ti può far provare. Tra quelle montagne e quei boschi ci si sente liberi dai pensieri. Liberi da tutto.

Ovviamente non ho raggiunto nessuno di questi 4000 ma li ho solo ammirati da lontano. Questo mi è bastato per farmi innamorare di quei posti incantati.

“La montagna più alta rimane sempre dentro di noi”, Walter Bonatti