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I.A. e me

Un allegro criceto in altalena su un campo fiorito che ho realizzato con Bing

Ho fatto la boomer schifata di fronte alle varie app di Intelligenza Artificiale che permettono di fare illustrazioni da una descrizione dettagliata (pur non avendo mai saputo disegnare nemmeno un omino stilizzato), elaborare testi da un’indicazione ben circostanziata (non avendo mai saputo scrivere nemmeno il temino “Descrivi la tua mamma”), comporre musica scegliendo tra varie opzioni di ritmo, genere, stile (non avendo mai saputo suonare nemmeno le prime quattro note di “Fra Martino campanaro” al flauto). Sono mezzi che uccidono la creatività, pensavo. Cosa ci rimane se non dobbiamo più sforzarci di scrivere un bel testo, una musica accattivante o fare un disegno superlativo se tanto fa tutto lei, questa IA che ha la spocchia dell’Ignoranza Artificiale di Fiorello?

Con aria schizzinosa ho testato Bard, oggi Gemini, I.A. che ti sforna articoli, saggi, tesine, copiando pezzi di materiale trovato in rete, ma tanto chi ci fa caso? Ho provato anche Chat GPT, che gli studenti usano per fare temi e saggi, cercando di fare fessi i professori. Bé, credo che ci riescano: ho dovuto ammettere che è davvero… intelligente (e furba). Incuriosita dal fatto che su Bing c’è la possibilità di realizzare illustrazioni in stile Pixar (che io idolatro – oltre che in altre decine di stili), mi sono gettata alle spalle i pregiudizi da anziana del secolo scorso e ho realizzato una quantità eccessiva di illustrazioni con protagonista la mia bassotta, che disegnata nel modo di Toy Story viene proprio carina carina. Ho curiosato pure nei siti per comporre musica e ho testato Aiva, realizzando un file audio in stile elettronico anni 80 che New Order e Depeche scansatevi proprio. E poi, devo confessare un peccatuccio: talvolta scrivo per un sito per cui metto anche le foto al mio testo e le devo pescare nel data base di un’agenzia di immagini che offre anche foto realizzate con l’IA. Mi imbarazza dire che alla fine io scelgo quai sempre quelle: le ragazze raffigurate sono splendide e le situazioni suggestive.

Eppure c’è qualcosa che non mi convince. Lo so che l’AI si evolve grazie ad algoritmi che migliorano di continuo le prestazioni, così siamo più liberi di pensare, di creare, di immaginare. Sempre che l’AI non l’abbia fatto prima di noi. Sarà che ho lavorato in un ambito in cui la creatività era indispensabile e se non ce l’avevi non c’era nessuna IA a darti una mano. Sarà che quello che scrivevamo era pensato da noi, redattrici sempre di corsa ma con studi piuttosto importanti alle spalle. Sarà che la creatività dei grafici che ho conosciuto (Gloria in primis) era una forza trascinante che poggiava le basi su una solida preparazione tecnica e un sorprendente talento artistico. Sarà che farsi venire le idee non è così facile come sembra. Ma forse, ormai, nemmeno serve più.

Ho fatto correggere questo testo all’IA di WordPress. Ha realizzato un lavoro perfetto: io non so comporre le frasi in modo così equilibrato, non so esprimere i concetti in maniera così precisa. Infatti questa versione è la mia, non quella corretta da Miss IA, che mi fa impressione.

2 pensieri su “I.A. e me”

  1. Sarà che io sono da parte, visto che il mio lavoro potrebbe essere svolto dall’IA in un futuro neanche troppo lontano, ma io continuo a preferire la perfetta imperfezione umana nelle sue mille sfaccettature. E continuerò sempre a preferire i tuoi articoli, frutto della tua testa e del tuo cuore e non di un algoritmo

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  2. Brava Marina! Ti confesso che qualche prova la voglio fare anche io, per testi e immagini. Sono curiosa di vedere il risultato. A proposito, se hai bisogno di qualche immagine, puoi pescare tra i miei scatti (sempre che tu riesca a trovare qualcosa che fa al caso tuo). Buon fine settimana!

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