
Ieri sera siamo tornati a teatro dopo due anni di serate “divano e tv”, in cui non abbiamo frequentato posti affollati per evitare il contagio che poi ci ha beccati lo stesso. Siamo andati a vedere Jesus Christ Superstar, storica opera rock che, grazie al film omonimo tratto dal musical originale, ha formato la nostra adolescenza. E’ stato bellissimo entrare al Teatro Sistina, tempio del musical italiano da decenni, e andarsi a sistemare nelle poltroncine rosse sempre uguali, non troppo comode ma ci piacciono così. Sul palco lo stesso Ted Neeley di sempre: ha 78 anni ma canta (e si muove) con il carisma e la forza di quando ne aveva 30 e interpretava Gesù nella pellicola di Norman Jewison del 1973.

Il musical è grandioso, i protagonisti fenomenali (tra cui Frankie Hi Nrg che interpreta Erode), l’atmosfera è elettrizzante e familiare: ci si sente parte della grande comunità di quelli che hanno visto il film almeno venti volte e lo sanno a memoria. Il pubblico è quasi tutto di un’età riconducibile al fatto che Jesus Christ Superstar sia stato visto per la prima volta intorno ai 20 anni, quando uscì nel cinema. Noi abbiamo cantato per quasi tutta la rappresentazione. Ci siamo divertiti, emozionati, commossi anche per i ripetuti omaggi all’Ucraina.

Però, da atea, voglio fare una considerazione sulla vicenda di Gesù. La domenica prima tutti a festeggiarlo urlando “Osanna!”, pochi giorni dopo tutti a odiarlo urlando “Crocifiggetelo!”. La gente è così. Oggi ti ama, domani ti vuole vedere morto.
Piano piano conquistiamo una fetta di normalità. Avete fatto bene! Interessante Frankie Hi Nrg in quel ruolo. Ted Neeley è un mistero vivente!
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