
Accidenti a dicembre, che mi porta questa tristezza mista a malinconia, rimpianti, nostalgie, rimorsi. Accidenti alla fine dell’anno, che mi trascina verso i bilanci dei pochi “quello che ho fatto” e dei tantissimi “quello che non ho fatto”. La fine dell’anno è il momento più arido e malvagio, insensato e doloroso. Lo passo con altri vecchi e malati come me, tanto per farla ancora più triste. E non riesco a non fare pensieri stupidi e retorici, inutili e futili, su presente e passato.
Vorrei sentire meno dolore
vorrei essere di nuovo giovane
vorrei vedere New York, l’Islanda, la Groenlandia, la Terra del Fuoco
vorrei saper godermi la vita
vorrei avere una casa al mare
vorrei avere meno temporali in testa
vorrei non aver sempre la sensazione che sto sbagliando
vorrei aver cambiato mille lavori
vorrei non aver dedicato vent’anni di vita a Cioè
vorrei essere rimasta a lavorare alla Rai
vorrei aver continuato a lavorare nella musica
vorrei aver fatto come tutti gli altri e le altre
vorrei aver sentito il vero istinto di fare un figlio
vorrei esser stata più gentile e sensibile
vorrei non essere stata presuntuosa, avventata, egoista, feroce
vorrei non essere stata convinta di non meritare la felicità
vorrei aver avuto il coraggio di andare controcorrente
vorrei aver avuto la forza di accumulare esperienze e ricordi
vorrei essermi concessa di provare più emozioni
vorrei non avere, e non aver avuto, così tanta paura