Quando mi hanno licenziata, nel 2009, mi sentivo come se mi avessero menato un paio di picchiatori professionisti. Dolorante e intontita. Ho passato settimane in sospensione, cercando di riacchiappare i pezzi della mia vita per ricomporli. Poi è arrivata la mia Amica. E’ un’Amica di quelle amiche così fighe che quando le stai accanto diventi una specie di entità trasparente. Ma non te ne importa, perchè la tua Amica è davvero così figa che t’illumina con la sua luce e ti fa diventare visibile. Non tanto perchè sia bellissima, ma per la sua forza interiore, la sua capacità di emergere dalla massa, la sua geniale indole artistica e la sua irresistibile simpatia. Io stavo uno schifo, lei mi ha raccattata e mi ha dolcemente coinvolta nei suoi progetti artistici.
E comincia per me un’avventura che mai avrei immaginato di poter vivere. Assisto, giorno dopo giorno, alla costruzione di un giovane artista, già dotato di suo di un talento smisurato ed una personalità carismatica, ma acerbo, impreparato, spigoloso. L’Amica lo plasma, lo forgia, lo allena, lo sgrida e lo loda, gli insegna a cantare, a muoversi, a vestirsi. Gli scrive le canzoni. Poi c’è l’Autore che, seduto al pianoforte, crea melodie e compone musiche per il Ragazzo. Lo prepara a partecipare alle selezioni per un talent show. Il Ragazzo ha il numero 12501. Non solo passa tutti i provini, ma vince quell’edizione. E quindi va a Sanremo.

Il team di lavoro si mette all’opera, le canzoni probabili sono diverse, poi si riducono a due. Un pomeriggio si decide di mettere ai voti quale brano presentare al festival. Votiamo tutti, produttori, editori, musicisti. Io scelgo quello più melodico, troppo prudente come al solito. Vince la canzone più forte, più grintosa, più innovativa. E’ “Credimi ancora”. La mia amica assiste il ragazzo fino a un secondo prima che entri in scena e gli trucca gli occhi con la matita nera. Lui arriva sul palco dell’Ariston con un fascino speciale e incanta tutti. Arriva terzo. Un trionfo.

Si girano i video, la mia Amica li pensa e li fa realizzare. Si organizzano i concerti, sold out ovunque, e la mia Amica vuole fare degli eventi speciali ad ogni data: pensa di far arrivare un ospite a sorpresa sul palco. A sorpresa soprattutto per il Ragazzo, che non immagina chi salirà accanto a lui. Mi do da fare per coinvolgere altri artisti. Convinco Alex Britti a Roma, che entra suonando la chitarra. E invito Tullio De Piscopo a Napoli, che si siede alla batteria e trascina tutti a ballare e cantare. Penso di non essermi mai divertita in vita mia come in quei giorni.
Ma il Ragazzo, diventato una star, fugge verso qualcosa di più “istituzionale”. La mia Amica ci sta male. Ma volta pagina e ricomincia a lottare, a pensare, a inventare. Decide di produrre una boyband, ma questa è un’altra storia. E un giorno, all’improvviso, l’Autore vola lassù, a comporre canzoni per qualcuno di molto, molto importante. L’Amica piange tutte le sue lacrime ma reagisce con la tenacia di una quercia durante una tempesta che vorrebbe strapparle le radici. Come fa sempre. Per questo è Amica mia.