Era difficile schiodarmi dalla mia scrivania: se c’era da fare una intervista ci mandavo i collaboratori. Non m’importava niente di conoscere cantanti, attori, stelle della tv. A me interessava solo avere l’articolo da pubblicare, senza perdere tempo a parlare con l’artista. E poi temevo che se fossi uscita un paio d’ore per andare a fare l’incontro, l’avrei pagata in termini di lavoro accumulato da smaltire. In realtà non ero capace di organizzarmi o di fare la tipa che gira col registratore sgomitando e poi si fa strada nell’ambiente (e magari trova un altro posto di lavoro). No, io me ne stavo incollata alla sedia, in redazione fino alla morte. Al massimo, le interviste le facevo al telefono.
Una volta però contravvenni a questo mio stupido comandamento e osai uscire dalla tana per andare a fare un incontro eccezionale. La casa discografica BMG presentava l’album “Fiesta – I Grandi Successi” realizzato per celebrare i 30 anni di carriera di Raffaella Carrà. Alla presentazione ci sarebbe stata LEI in persona! Io ho un’adorazione per Raffa, è la diva pop per eccellenza, la stella che ha conquistato il popolo. Più pop di così! Gli abiti luccicanti, i balletti scatenati, le canzoni sfacciate e un po’ assurde, il caschetto biondo liscissimo, i suoi modi simpatici e schietti… Cavolo, non potevo perdermela
L’evento si sarebbe tenuto all’Auditorium Rai del Foro Italico. Entrai un po’ emozionata. Trovai un posto abbastanza vicino al tavolo dove si sarebbe sistemata LEI per la conferenza stampa. Però ero arrivata presto, così approfittai per fare un giretto in quel posto famoso dove si registrava “Carràmba che sorpresa”. Salii una scala e… da quella scala scendeva LEI, in un abito rosso fuoco, capelli perfetti, carisma a diecimila, aura di magia. Riuscii a dirle solo “Buongiorno!” e lei rispose “Buongiorno” col tono professionale di chi, di buongiorni, ne dice almeno seicento al giorno.
Durante la conferenza, LEI parlò della sua carriera e delle sue canzoni. I giornalisti le facevano domande intriganti e tecniche. LEI rispondeva educatissima e sorridente. Perfetta. Presi il coraggio a due mani e riuscii a fare anch’io una domanda. Mi presentai, la informai che lavoravo per una rivista per teen agers e le chiesi: ” Signora Carrà, cosa prova ad essere un modello per tante giovanissime che sognano di diventare come LEI, famose e amate in tutto il mondo?”. Il riferimento alle ragazzine le piacque e si disse orgogliosa di rappresentare un esempio per loro. Me ne tornai in redazione felicissima, stringendo la statuetta di Raffaella che mi aveva dato Antonietta, la discografica della BMG, insieme a una copia del cd.
Uau! Avevo parlato con la Carrà (e lei mi aveva pure risposto)!